Temporali e grandine colpiscono la Lombardia già da diverse settimane, provocando allagamenti e danni alle infrastrutture.
L’ondata di caldo africano non ci lascia respirare. Senza dubbio, al centro-sud le temperature sono insopportabili. Per quanto riguarda le Regioni del Nord invece, continua da alcune settimane un vortice di caldo torrido alternato a temporali e grandine. Ma perché sta succedendo ciò?
I temporali sulla Lombardia
In particolare a Milano, il tempo pare non voglia stabilizzarsi ancora: dalla scorsa settimana molte strade e scantinati sono stati invasi dall’acqua, a causa di un temporale violento assieme ad una grande quantità di grandine.
La strana estate di cui è teatro la Lombardia lascia alquanto perplessi, dal momento che sul resto del territorio il sole picchia forte. L’ultimo episodio è avvenuto proprio ieri notte, tra Bergamo e Brescia: qui, un piccolo tornado ha scoperchiato il tetto di una concessionaria di auto, e procurato danni a campi coltivati e automobili parcheggiate in strada.
Perché la grandine in Lombardia?
Oltre agli acquazzoni violenti, protagonista di questi giorni anche una grandine con chicchi grossi quanto palline da tennis. Per spiegare questo fenomeno, la climatologa del Centro nazionale di ricerca Marina Baldi ha voluto fare il punto della situazione.
In questo momento, il nostro territorio si trova sotto due influssi meteorologici. “Da una parte troviamo la grande ondata di calore dovuta all’alta pressione di origine africana, dall’altra il Nord (e in particolare la Lombardia) sotto l’influsso di perturbazioni che arrivano dall’Atlantico”, spiega l’esperta.
Il vortice d’aria più fresco e instabile, quindi, “si muove e si estende sopra la Lombardia dove si formano grossi cumulonembi che sono all’origine delle grandinate. Si tratta di un continuo evolversi della circolazione atmosferica in quell’area, tutto qua”.
Un fenomeno violento e persistente
Se il fenomeno meteorologico si verifica in maniera frequente e anche abbastanza violenta, lo dobbiamo alla depressione nel Sud dell’Atlantico che continua “a persistere, e inviare influssi perturbati verso le nostre Alpi”.
Ed è soprattutto la presenza dell’arco montuoso a favorire il crearsi delle nubi a forte sviluppo verticale, che si generano quando ci sono condizioni di instabilità nell’atmosfera e che possono portare alla formazione delle gocce sotto forma di ghiaccio.
Alcuni chicchi di ghiaccio sono particolarmente grandi, e “questo succede perché la nube presenta uno sviluppo verticale molto ampio, fino al limite della troposfera. All’interno di queste nubi, le piccole gocce di vapore si condensano e si addensano tra di loro, cadendo poi a terra per la forza di gravità. Più il chicco va su e giù all’interno della nube fredda, insomma, più aumenta le sue dimensioni”, aggiunge Marina Baldi.